Così voglio continuare le mie riflessioni, mentre guardo e riguardo la mia storia.
Se c’è una cosa alla quale anche Scritte non si è sottratta (in alcuni casi sì), è la tendenza a riempire tutti gli spazi con le parole.
D’altro canto, il progetto Scritte è nato grazie a un’idea: mettere una storia su un oggetto funzionale a qualcosa (le prime sono state un paio di scarpe), e quindi riempirla di parole.
L’uomo non sopporta il silenzio, è nato per le relazioni, e la società in cui viviamo fa di tutto per riempire di cose – anche inutili – ogni minuto e ogni spazio della nostra esistenza.
A volte è bene lasciare uno spazio e un tempo per il vuoto: che sia uno spazio senza scritte o un momento di silenzio, senza suono.
Ed è lì che – come l’uomo in preghiera di AlphaBeta – si ritrova la pace, si dialoga con Dio, o semplicemente ci si lascia guardare.
Metto qui il link a un articolo che ha quasi 4 anni, e che parla proprio di questo.
https://link.medium.com/Fire7I3lKqb
E voi vi ritagliate un po’ di silenzio, non necessariamente in una chiesa, ma anche ascoltando i rumori della natura, o nella vostra camera?
Ah, dimenticavo: sul mio manufatto ho voluto mettere queste due frasi, che poi so sono mischiate come le onde del mare:
Il talento va coltivato e messo al servizio
Il tempo è offerto e mai sprecato
due cose in cui credo fermamente!